domenica 10 marzo 2024

Viaggio nella Qabbalah – Sephiroth e Campi Quantici (p.9ª)




Un viaggio nella Qabbalah non poteva che avvenire osservando innanzitutto l’Albero della Vita, a cominciare dalla riflessione sul versetto di Genesi II, 9: «Adonai Elohim fece germogliare dal terreno tutti gli alberi dall’aspetto piacevole e dal frutto buono a mangiarsi, l’Albero della vita in mezzo al giardino e l’Albero della conoscenza del bene e del male». Con questo spirito abbiamo compiuto un’ascesa virtuale (perché altra cosa è un vero e proprio cammino iniziatico) lungo l’Albero a partire da Malkuth al fine di mostrare che solo attraverso la rettificazione personale è possibile il Tiqqun Haolam, la rettificazione del mondo intero. Di Sephirah in Sephirah siamo giunti infine a Tiphereth che come “Cuore dell’Albero” ha una funzione riparatrice delle Sephiroth cosiddette emotive, i cui recipienti di luce subirono una frantumazione con la dispersione di 288 scintille di santità, divenute preda del male. È la “Rottura dei vasi” la Shevirat haKelim causata dagli eventi biblici o più probabilmente dallo Tzimtzum e dal primo raggio di luce che si diffonde appena un istante dopo lo Tzimtzum, balenando nel vuoto e cominciando a creare mondi. Luce troppo forte per essere trattenuta oltre le Sephiroth superne: Kether-Chokmah-Binah. Ed è proprio da Kether che tutto ha inizio, con i suoi 620 pilatri di luce che discendono prima in Chokmah, la cui energia si trasforma in materia e poi in Binah, la matrice che è forma dei mondi e di tutto ciò che esiste. In questa ottica, le Sephiroth dell’Albero della vita anticipano incredibilmente i cosiddetti campi quantici della fisica contemporanea perché, così come le Sephiroth, i Campi quantici si propagano nello spazio-tempo generando onde/particelle di luce e creando l'Universo di energia pulsante, in cui tutto è invisibilmente interconnesso. --------------------------------------------------------- Per vedere le precedenti puntate del 'Viaggio nella Qabbalah' vai alla Playlist:    • Lo Zibaldone  

giovedì 29 febbraio 2024

RILEGGERE SARTRE (P.5a Sartre nella revisione della critica)




 Meno di un anno fa, Riccardo De Benedetti su Avvenire si poneva un interrogativo a cui dava subito una risposta: “Che cosa resta di Sartre? Poco, ma decisivo”.

Sartre – osserva l’autore dell’articolo – è sempre stato in “situazione”, con ciò intendendo dire che egli ha quasi ininterrottamente inteso rappresentare il proprio tempo e quello della società e del mondo in cui viveva. È  certamente vero, almeno sino al maggio francese. E proprio per questo – continua l’autore – Sartre ha finito col pagare con la dimenticanza o addirittura con l’oblio. Vero anche questo, ma bisogna tener conto del fallimento politico della rivoluzione che avrebbe dovuto portare “l’immaginazione al potere” e che invece ha realizzato il successo di quanti speravano di sbarazzarsi una volta per tutte della lotta politica, limitandola al terrorismo più o meno compiacente e preparando, attraverso la liberazione del costume e dei consumi, l’avvento della globalizzazione, del cosiddetto capitalismo della sorveglianza e dell’era tecnologica.

A questo punto, conviene chiedersi con De Benedetti se non sia venuto il momento di rileggere Sartre, tenuto conto che, come dice, “alla sovrabbondanza della tecnica corrisponde un diminuire, sin quasi alla scomparsa, dell’uomo”.

Il “poco” che resta di Sartre è dunque una riflessione sul significato dell’esistenza in un mondo che ha finito per relegare l’essere umano ai margini della Storia. L’occasione è offerta, e direi non solo, da una nuova edizione de L’essere e il nulla proposta di recente dal Saggiatore per festeggiare gli ottanta anni dalla sua pubblicazione (1943-2023).

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Per una rilettura, il più possibile completa, di Sartre ripropongo di seguito in sette post la relazione, con opportune modifiche, a suo tempo presentata per un convegno di filosofia.

Per quanto si riferisce “all’ultimo Sartre” e alle polemiche accese dai suoi scritti più recenti, suggerisco il post: 


https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2019/08/le-ultime-interviste-di-sartre-lespoir.html


Si vedano ancora, su Sartre in generale, i video youtube seguenti:








RASSEGNA STAMPA sulla nuova edizione di  L’essere e il nulla, pubblicato da Il Saggiatore il 19 febbraio 2023

 

La riscossa esistenzialista

il manifesto

07 maggio 2023

 

Un'esistenza che precede l'essenza

Il Sole 24 Ore

05 marzo 2023

 

Che cosa resta di Sartre? Poco, ma decisivo

Avvenire

19 febbraio 2023

 

Una nuova veste per "L' essere e il nulla" di Jean-Paul Sartre

Critica Letteraria

18 febbraio 2023

 

Siamo condannati alla libertà.

la Repubblica

25 gennaio 2023

 

 SEGUE DA:

https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p-1a-sartre-narratore.html


https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p2a-sarte-filosofo.html


https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p3a-sartre-nel-teatro.html


https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p4a-sartre-nella.html


Sartre nella revisione della critica

Già nel '48 è in atto una revisione della critica: cominciano i cattolici, ma solo dopo che sono apparsi i primi contributi scienti­fici sull'opera di Sartre. In Le problème moral et la pensée de Sartre (Editions du Myrte, Paris, 1947), F. Jeanson ricostruisce adeguatamente il senso di L'Etre et le Néant e degli scritti che vi si riconnettono. Sartre stesso, in una breve prefazione al testo (pp. 13-14), riconosce la validità del metodo seguito dal Jeanson nell'esposizione del suo pensiero.

Un altro autore, G. Varet, in L'ontologie de Sartre, (P.U.F., Paris, 1948) scrive: «II debito che la filosola francese ha verso Sartre consiste nel fatto che L'Etre et le Néant è la prima esposizione di fenomenologia sistematica che sia stata mai fatta in Francia e la migliore introduzione alle opere dei filosofi tedeschi. Il punto di partenza della filosofìa di Sartre è lo sviluppo sistematico della riflessione cartesiana alla luce dell'idea husserliana di in­tenzionalità: il suo tentativo più valido (anche se votato allo scacco) è quello di risolvere il problema dell'Essere ricorrendo alla descrizione feno­menologica (pp. 1-3)». Il libro fornisce inoltre una accurata esposizione del maggior testo filosofìco di Sartre.

Sulla scia di questi autori, Henry Duméry nelle pagine introduttive del suo libro Foi et Interrogation, dopo aver osservato che sul piano fìlosofìco non esiste ateismo più virulento di quello sartriano, afferma che «bon gré mal gré», occorre affrontare questa filosofìa per molti aspetti sconcertante ma della quale sono innegabili il vigore, l'influenza e l'ambiguità. D'altra parte – continua Dumery –  sarebbe disonesto travestire per meglio rifiutarle le tesi sartriane, si tratta invece di accostarsi a Sartre senza partito preso, soprattutto dopo aver letto gli scritti di Jeanson, il primo dei critici ad aver valutato positivamente le opere di Sartre. In conclusione il Duméry, pur tenendo ben ferma la sua opposizione nei confronti dell'ateismo sartriano si augura di far comprendere sino in fondo – nella parte del suo libro dedicata allo studio del filosofo francese – il valore teoretico delle analisi di Sartre[1].

Con gli anni '50 si viene componendo, nella valutazione del sartrismo, quella scissione tra critica e pubblico del precedente decennio. La conoscenza di Sartre ha ormai varcato i confini nazio­nali dando vita ad una fioritura di studi sui vari aspetti della sua opera. Anche la critica marxista muta completamente d'orizzonte dopo l'avvicinamento di Sartre al P.C.F. e all'U.R.S.S [2].

Nel 1960 Sartre pubblica La Critique de la raison dialectique, frutto di una riflessione iniziata negli anni '50. I primi giudizi sono sostanzialmente favorevoli, anche se si sottolinea talora la soluzione di continuità tra quest'opera e  L'Etre et le Néant [3], oppure se ne afferma la continuità per porre l'accento sui medesimi vizi di fondo che sarebbero presenti nelle due opere.

Così è per il filosofo comunista Roger Garaudy in Perspectives de l'homme  (P.U.F., Paris 3" ed. 1961 e la nuova edizione accresciuta del 1969). La I edizione dell'opera del Garaudy è del 1959, già poteva, dunque, tener conto di “Question de méthode” che costituisce la prefazione di Critique de la raison dialectique. Sorvolando sull'evoluzione del pensiero sartriano (ciò che non necessariamente è indice di frattura tra L'Etre et le Néant e La Critique de la raison dialectique), Garaudy ribadisce nei confronti di Sartre e dell'esistenzialismo l'accusa di irrazionalismo e sostiene la contraddittorietà dell'esistenzialismo sartriano costretto a scegliere tra un atto di fede irrazionale e una integrazione con il marxismo che non potrebbe realizzarsi se non con l'abbandono delle premesse irrazionali dell'esistenzialismo stesso. Il libro contiene anche (pp. 111-114, I ed.) una lettera-risposta di Sartre: in precedenza, infatti, Garaudy gli aveva sottoposto il manoscritto pregandolo di commentarlo. In tale lettera Sartre ribadisce la piena conciliabilità tra esistenzialismo e marxismo secondo quanto aveva già sostenuto in “Question de mèthode”.

Un violento attacco alle posizioni della «Critique» è portato da Lévy-Strauss nel capitolo conclusivo di La pensée Sauvage (Paris 1962) ed è già preludio alla cosiddetta svolta degli anni Sessanta in cui si comincia a parlare di crisi del sartrismo nonostante l'attribuzione del Nobel a Sartre nel '64, premio peraltro rifiutato.[4]  .

La polemica che la « nuova » cultura francese conduce nei confronti del sartrismo incalza e l'interesse per Sartre decresce a misura che si afferma l'interesse per lo strutturalismo (Lévy-Strauss, Foucault), per la psicanalisi (Lacan) e soprattutto per il marxismo strutturalistico di Althusser. D'altra parte, proprio agli inizi degli anni Sessanta si viene sviluppando in Francia un attacco contro la filosofia da parte delle scienze umane. Ciò comporta, non solo una attenuazione d'interesse per il Sartre filosofo (il quale continua ad assegnare alla filosofia il compito di una analisi totalizzante del reale), ma anche per il Sartre marxista, dal momento che, fermo restando l'oggettivismo del marxismo orto­dosso, il materialismo storico dialettico appare sempre meno interessato al tentativo sartriano di «soggettivazione» e, per contro, sempre più sollecitato ad utilizzare epistemologia e scienze umane, privi­legiando — di contro al soggetto e alla prassi storica — il concetto di struttura. Ma. Come si vedrà, la stessa realtà francese si appresta a ridimensionare il marxismo strutturalistico con l'esplosione rivoluzionaria del maggio del '68.



[1]  Cfr. H. Duméry, Foi et Interrogation, Téqui, Paris, 1953, p. XIII. L'opera comprende una sezione (La question Sartre, pp. 73-123) che raggruppa scritti su Sartre che vanno dal '47 in poi. H. Duméry filosofo della religione e interprete di Blondel, autore fra l'altro di: Le trois tentations de l'apostolat moderne, Paris, 1948; La philosophie de l'action. Essai sur l'intellectualisme blondélieneen prefazione di M. Blondel, Paris 1948; De la méthode dans les sciences in collaborazione con G. Marcel, J. Lacroix, J. Guitton ecc..., Paris, 1949; La philosophie catholique en France in La Philosophie francaise, Paris, 1950.
Per i rapporti di Sartre con il comunismo, sino al 1970, si rimanda al citato libro di F. Fé.

[2] Per i rapporti di Sartre con il comunismo, sino al 1970, si rimanda al citato libro di F.

[3] Così S. Doubrowsky in Nouvelle Revue Française, sett.-ott.-nov. 1961.

[4]  Sulla questione relativa al rifiuto del premio Nobel da parte di Sartre si vedano di M. Contat-M. Rybalka, op. cit., le pp. 401-408. Cfr. inoltre: R. Jean, Non récupérable, ou Sartre prix Nobel, in « Cahiers du Sud », nov.-dic., 1964.

S E G U E 

sergio magaldi



venerdì 23 febbraio 2024

Viaggio nella Qabbalah – La luce di Kether e il Campo Quantico (p.8ª)




Dalla Sapienza di Chokmah saliamo infine all’apice dell’Albero della vita dove incontriamo Kether, la Sephirah “non manifesta” da cui emana tutta la manifestazione della realtà, quasi un “punto compresso” dello spazio-tempo dal quale, secondo alcune concezioni della scienza, ebbe luogo il Big Bang. Kether è la Corona alla testa dell’Albero, l’uno che è alla radice di tutti i numeri, ma al tempo stesso si trova all’estremità del Nulla (AIN), lo zero assoluto, dell’Infinito (AIN SOF) e della Luce infinita (AIN SOF OR). Kether è a sua volta tripartita, dando luogo alla Triade superiore della Qabbalah (Padre-Madre-Spirito) e determinando il concetto di Trinità divina presente nelle religioni positive (per esempio: la Trinità cristiana di Padre-Figlio e Spirito Santo, la Trimurti dell’Induismo: Brahama-Vishnu-Shiva, la Trinità buddista di Corpo-Parola e Mente etc…). Da Kether, attraverso le Sephiroth e a cominciare da Chokmah (luce-energia-materia) giungono a Malkuth (universo) 620 pilastri di luce, quasi un Campo Quantico in cui ogni energia è interconnessa con tutte le altre attraverso una fitta e invisibile rete. ---------------------------------------------------------------- Piccola bibliografia di riferimento: • Fisica quantistica per poeti - Bollati Boringhieri di Leon M. Lederman, Christopher T. Hill • Il tao della fisica - Gli Adelphi di Fritjof Capra • Biocentrismo. L'universo, la coscienza. La nuova teoria del tutto - Il Saggiatore, di Robert Lanza  • Oltre il biocentrismo. Ripensare il tempo, lo spazio e l'illusione della morte - Il Saggiatore, di Robert Lanza  • Il grande disegno biocentrico. Come la vita crea la realtà - Il Saggiatore, di Robert Lanza  ---------------------------------------------------------------- La nona puntata di “Viaggio nella Qabbalah” andrà in rete lunedì 4 Marzo alle ore 19,00. Per rivedere le puntate precedenti: Prima Puntata: https://www.youtube.com/live/_U2H3Ocm... Seconda Puntata: https://www.youtube.com/live/2scKy5NN... Terza Puntata: https://www.youtube.com/live/NR09h6YC... Quarta Puntata: https://www.youtube.com/live/NeB4L1-4... Quinta Puntata: https://www.youtube.com/live/wNwK3rtb... Sesta Puntata: https://www.youtube.com/live/XNkqyGea... Settima Puntata: https://www.youtube.com/live/zSHd4R6W...

mercoledì 7 febbraio 2024

Viaggio nella Qabbalah - "Sapienza" e Teoria del Tutto (p.7ª)




Soffermandoci ancora sulle 50 Porte di Binah e sul particolare significato che il numero 50 assume nella tradizione ebraico-cabbalistica, raggiungeremo poi Yachin – il pilastro destro dell’albero della vita – che nella lingua ebraica ha lo stesso valore numerico di Maim acqua e di Man manna. Yachin, infatti, si scrive da destra a sinistra con le lettere Yud(10)- Kaf(20) -Yud(10) -Nun(50)=90. Maim si scrive, sempre da destra a sinistra con Mem(40) -Yud(10) -Maim(40)=90. Infine, Man si scrive con una Mem(40) e una Nun(50)=90. Nel punto più alto del pilastro destro si colloca Chokmah, che nel corpo umano rappresenta l’emisfero destro del cervello e che con la sua intuizione è in grado di illuminare l’intelligenza. Tutto ha inizio con questa Sephirah che grazie alla luce di Kether, la corona o apice dell’albero della vita, è in grado di fecondare Binah, così com’è scritto in Proverbi 8, 22-23: «Il Signore mi ha creato all’inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, fin da allora. Dall’eternità sono stata costituita, fin dal principio, dagli inizi della terra» Il ruolo di Chokmah – Sapienza – sarà infine analizzato alla luce dei testi sapienziali contenuti nella Bibbia ebraica e in quella cattolica. -------------------------------- L’ottava puntata di “Viaggio nella Qabbalah” andrà in rete lunedì 19 febbraio alle ore 19,00. Per rivedere le puntate precedenti: Prima Puntata: https://www.youtube.com/live/_U2H3Ocm... Seconda Puntata: https://www.youtube.com/live/2scKy5NN... Terza Puntata: https://www.youtube.com/live/NR09h6YC... Quarta Puntata: https://www.youtube.com/live/NeB4L1-4... Quinta Puntata: https://www.youtube.com/live/wNwK3rtb... Sesta Puntata: https://www.youtube.com/live/XNkqyGea...

sabato 27 gennaio 2024

IL GIORNO DELLA MEMORIA 27 GENNAIO 2024


 

"Dopo ogni guerra gli uomini dicono: 'Questo non accadrà mai più, è stato così terribile, bisogna evitare a qualsiasi prezzo  che si ripeta, e sempre di nuovo gli uomini devono combattere gli uni contro gli altri, questo non cambierà mai: finché sulla terra vi saranno degli uomini saranno sempre in lotta e quando ci sarà la pace cercheranno nuovi pretesti per scontrarsi"

Anne Frank, Racconti dell'alloggio segreto, trad.it., Einaudi, Torino, 1983, p.152

martedì 23 gennaio 2024

Viaggio nella Qabbalah - Il Tetragramma e la Madre dei Mondi (p.6ª)




 La conoscenza unificata acquisita in Da’at che non fa parte dell’Albero della Vita o delle Sephirot ma che appartiene al progetto umano dell’Albero della Conoscenza, ci consente ora di salire in Binah, sephirah dell’intelligenza e della prudenza.

 

Collocata sul pilastro sinistro dell’Albero, Binah è “em ha’olam”, la “madre dei mondi”, la matrice universale di ogni forma, la Forza (Boaz) da cui scaturisce il fuoco che divampa dalla terra, così come alla sephirah Chochmah, collocata sul pilastro destro (Yachin), si suole assegnare l’acqua. In realtà, tuttavia, tra le due Sephiroth c’è interscambio degli elementi: dall’acqua delle profondità della terra, al fuoco del cielo (Shamayim= esh fuoco, mayim acqua) dove si raccolgono le acque superiori di Chokmah, così com’è detto in Genesi 1, 6-10:

 

«Elohim disse: vi sia un firmamento in mezzo alle acque che tenga separate le acque dalle acque. Elohim fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono al di sopra del firmamento. E così fu. Elohim chiamò firmamento il cielo; e fu sera e fu mattina: secondo giorno. Elohim disse: si raccolgano le acque che sono sotto il cielo in un sol luogo e appaia l’asciutto. E così fu. Elohim chiamò l’asciutto “terra” e la raccolta delle acque chiamò “mari” ed Elohim vide che era cosa buona»

 

Nell’essere umano Binah rappresenta l’emisfero sinistro del cervello al quale, in gran parte, sono connesse le attività logiche: dal linguaggio, al calcolo, alla filosofia, alla scienza e ad ogni forma del pensiero razionale. D’altra parte, questa Sephirah, come già detto, non è da considerarsi isolatamente – così come l’emisfero sinistro del cervello si connette necessariamente al destro –  e la si comprende pienamente solo in relazione a Chochmah (Sapienza) e a Da’at (Conoscenza), così come è detto in Proverbi 24,3-4:

 

«La casa si costruisce con la saggezza e si rende stabile con intelligenza e prudenza, mediante la conoscenza se ne riempiono le stanze di ogni specie di beni preziosi e gradevoli»

 

La settima puntata di “Viaggio nella Qabbalah” andrà in rete lunedì 5 febbraio. 

martedì 16 gennaio 2024

L'ESONERO DI MOURINHO: si lotta per la Champions o per non retrocedere?


 

 Già lo scorso ottobre, prima della trasferta della Roma a  Cagliari, il Corriere dello Sport annunciò a tutta pagina il probabile esonero di Mourinho in caso di sconfitta. Scrivevo allora: «C’è da chiedersi come la proprietà non si renda conto che la squadra risulta notevolmente indebolita rispetto all’anno scorso (…) alla luce di quanto sopra, come è possibile imputare a Mourinho il calo di rendimento della squadra? Probabilmente la proprietà non conosce in modo approfondito il mondo del calcio, ma perché ha consentito la politica del “Vorrei ma non posso” che ha portato all’ingaggio di giocatori più o meno considerati importanti o addirittura campioni, liberi sul mercato e dunque a parametro zero perché reduci da infortuni anche gravi? Non sarebbe stato meglio qualche acquisto mirato di giocatori sani, magari utilizzando una parte degli oltre 60 milioni ricavati dalla vendita di Ibañez  e di giovani promettenti come Volpato, Tahirovic e Missori?»

 

Poi i giallorossi vinsero 4-1 a Cagliari e il licenziamento fu rimandato. Sino a questa mattina. Va via Mourinho, licenziato come si suole dire su due piedi e arriva De Rossi. L’allenatore più amato dai tifosi lascia il posto ad un romano, all’ex giocatore, forse il più amato, dopo Totti dagli stessi tifosi, ma con la sola esperienza della panchina della Spal in serie B, conclusasi con un esonero. La proprietà, che da tempo voleva liberarsi di Mourinho, ha certamente agito con astuzia ma poco preoccupata del destino della società giallorossa. Considerando infatti l’attuale rosa della Roma – tra giocatori fragili, infortunati e/o modesti – viene da chiedersi se non fosse proprio Mourinho, con il suo carisma, l’unico allenatore capace di portare la squadra fuori dalla crisi, tentando ancora la scalata al quarto posto della classifica (utile per accedere alla Champions) che del resto la Roma ricopriva solo poco tempo fa. Per paradossale che possa sembrare, pur con tutti gli auguri che si devono a De Rossi, emerge la preoccupazione che la squadra non si ritrovi improvvisamente a lottare per non retrocedere. Facciamo pure tutti gli scongiuri di rito, ma la preoccupazione resta!

 

sergio magaldi