giovedì 7 maggio 2015

I FINTI TONTI

Immagine ripresa da www.novara5stelle.it

  
 Una volta si diceva: “Ci sono o ci fanno” per definire quanti si accontentino di un’analisi incompiuta, rispetto a un dibattito di rilevante interesse. Una presa di posizione parziale che non tiene conto, più o meno volutamente, di tutti gli elementi in questione. Parafrasando da un’espressione mediamente nota, si potrebbe dire che “La madre dei finti tonti è sempre incinta”. Se n’è avuto un esempio eloquente in occasione del voto di fiducia alla Camera sulla nuova legge elettorale. Gli ineffabili del PD [fortunatamente pochi], e non solo, ci hanno spiegato ripetutamente, sulla stampa e in TV, che “le regole del gioco” [dei ludi politici, s’intende], per avere credibilità e osservanza della democrazia, devono essere scritte a più mani, con ciò chiarendo che devono essere condivise dal maggior numero di legislatori, comprendendo perciò, oltre alla maggioranza di governo, anche le opposizioni o buona parte di loro. Più che giusto. Solo che si dimentica di dire che all’appello del governo per riscrivere le regole [nuova legge elettorale e riforme costituzionali], rivolto in prima istanza al Movimento Cinque Stelle – il partito più votato nelle ultime elezioni politiche, se si esclude il voto degli italiani all’estero – e successivamente agli altri gruppi dell’opposizione, solo Forza Italia rispondeva positivamente. Nasceva così il cosiddetto Patto del Nazareno, subito esecrato a cominciare da quegli stessi ineffabili del PD che oggi alzano la voce. Dopo un anno e qualche mese di commissioni parlamentari, dibattiti ed emendamenti, finalmente l’Italicum veniva approvato dal Senato con il voto del PD, dei suoi alleati di governo e di Forza Italia, parte considerevole dell’opposizione. Com’è noto, poi, lo stesso testo, neppure mutato di una virgola, era respinto alla Camera da Forza Italia, che prima chiedeva il voto segreto, poi disertava la votazione, dando prova di una incoerenza – incredibilmente e pretestuosamente motivata dalla mancata intesa sull’elezione del Capo dello Stato – di cui il suo elettorato non potrà non tenere conto. Che senso hanno allora le critiche degli ineffabili [dei quali peraltro sono stati accettati nel testo definitivo preziosi emendamenti] e di tutti gli altri che hanno deciso in partenza di non collaborare alla stesura delle cosiddette regole del gioco o di quelli che hanno contribuito a scriverle e approvarle, per poi bocciarle all’ultimo momento, e senza motivazioni specifiche, perché non potevano averne, dal momento che il testo approvato al Senato è identico a quello rifiutato alla Camera? Nessun senso, oppure quello dei finti tonti, appunto. Una “pianta” prolifica come mai in questi giorni.

 Si vedano per esempio i tanti giudizi positivi della stampa estera sull’Italicum, in un Paese che ha sempre vantato un primato in fatto di scarsa durata dei governi e di approvazione delle riforme, annunciate e mai portate a compimento, vuoi per la fragilità dell’esecutivo, vuoi per l’esistenza del bicameralismo perfetto. E questo mentre in Inghilterra si vota senza la prospettiva di poter costituire una maggioranza, in Germania governano “le larghe intese”, che di fatto bloccano da sinistra l’opposizione alla Merkel, e in Spagna si guarda da più parti alla nuova legge elettorale italiana, magari nell’eventualità di importarne il modello. Si fa finta di ignorare tutto ciò e si preferisce dire che aver posto la fiducia sulla nuova legge elettorale sa di attentato alla democrazia e di fascismo.

  E ancora, si veda la discussione circa la recente e giusta sentenza della Corte Costituzionale che ha giudicato irricevibile il blocco delle perequazioni delle pensioni. Qui c’è anche una responsabilità dell’attuale governo che avrebbe dovuto sbloccare un provvedimento ritenuto temporaneo, almeno per le pensioni più modeste, prima che la Consulta si pronunciasse in merito. Su questo tema, sembra addirittura mancare la tradizionale “astuzia elettorale” imputata al presidente del consiglio dei ministri, nonché segretario del PD. Tenuto conto, a quanto dicono i sondaggi, che il Partito Democratico gode di un considerevole consenso tra gli elettori con più di 54 anni e che per i cittadini compresi tra i 18 e i 54, il primato spetta ai Cinque Stelle, con oltre il 29% dei voti attribuiti. Ciò premesso, c’è da chiedersi perché si fa finta di girare attorno al problema e si continua a fare calcoli circa i costi della sentenza, che alcuni quantificano addirittura in 16-17 miliardi, mentre è noto a tutti, e prima di ogni altro ai super pagati consiglieri costituzionali, che il governo può al massimo disporre di un miliardo e mezzo [il famoso “tesoretto”!] e che la gestione delle risorse economiche di una nazione è dettata in Europa dall’infausta politica della BCE. Non sarebbe più utile, invece delle chiacchiere dei finti tonti, un provvedimento immediato per sbloccare la perequazione, tranne che per le “pensioni d’oro” [che sarebbe tempo di definire in termini accettabili e non ridicoli], rinviando a un momento più propizio la questione del rimborso degli arretrati? Ma le argomentazioni dei finti tonti hanno una funzione importante: preservare l’esistente.

 Devo purtroppo costatare che anche all’interno del Movimento Roosevelt fiorisce la pianta di cui sopra. Già nel corso del primo incontro tra gli Amici del MR del Lazio, sollecitai un dibattito sull’Italicum, sulla questione dei migranti ecc… Ho poi pubblicato due post all’interno dei gruppi facebook del Movimento, in cui parlavo della nuova legge elettorale. Con scarso risultato, perché a parte qualche generico “mi piace”, nessun roosveltiano è entrato nel merito della discussione, criticando magari quello che avevo scritto e/o aggiungendo ulteriori considerazioni. È vero che, senza riferirsi ai miei interventi, c’è stato qualche accenno all’Italicum, ma solo per demolirlo a prescindere, perché “roba di Renzi” e, dunque, per ciò stesso, irricevibile. Io credo che MR debba avere l’importante funzione, oltre che di battersi per la compiuta realizzazione dei diritti umani, sanciti coraggiosamente da Eleanor Roosevelt all’indomani della liberazione dal nazifascismo, anche di intervenire su questioni di stringente attualità. Come, per esempio, la nuova legge elettorale. Non basta dare per scontato che la si respinge in blocco e senza puntuali e realistiche motivazioni. Lo hanno già fatto in tanti. Cosa non va dell’Italicum? Il premio di maggioranza? Le preferenze dei cittadini, limitate al 40% degli eleggibili? Il limite del 3% perché un partito possa entrare alla Camera? O che altro? Io ho provato [vedi il post Dalla Bicamerale all’Italicum e clicca sopra per leggere] a indicare dei correttivi per il futuro di questa  legge: vincolo di mandato per gli eletti, riduzione del premio di maggioranza [330 deputati contro i 300 da assegnare alle opposizioni, rispetto all’attuale rapporto 340-290], aumento della soglia utile per far scattare “il premio” al primo turno [dal 40 al 45%]. Consapevole, tuttavia, che pretendere ora l’introduzione di emendamenti al testo già approvato dal Senato [come avevano prospettato gli ineffabili del PD], sarebbe stato solo il machiavello con cui rinviare ancora una volta la legge al Senato, affossare definitivamente la riforma e sancire la sconfitta di Renzi.

 Insomma, il mio auspicio è che i roosveltiani di facebook, i soci fondatori e gli iscritti di MR partecipino volentieri e in piena libertà di coscienza a un dibattito approfondito sui tanti temi che riguardano la vita dei cittadini di questo Paese e del mondo intero.


sergio magaldi  

Nessun commento:

Posta un commento